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Giunta e cittadini,
Provincia e Rondò dei Pini
di Franco Isman


Ieri sera si è svolta in piazza Duomo, nelle strutture allestite in occasione di Monzapiù, il quarto incontro semestrale della giunta con i cittadini.
Ottima l'iniziativa, molto bella la cornice in cui si è svolta; dopo la presentazione iniziale del sindaco, gli assessori affiancati dai dirigenti comunali si sono messi a disposizione del pubblico, ciascuno in un proprio spazio, con una breve relazione sulle attività dell'ultimo semestre ed altra documentazione a disposizione. La parte del leone l'ha fatta Alfredo Viganò, assessore all'Urbanistica, con grandi disegni colorati sventagliati ad illustrare le numerose iniziative in corso.

La relazione del sindaco ha naturalmente illustrato l'avvenimento principale degli ultimi sei mesi e cioè la legge istitutiva della nuova provincia di Monza e della Brianza che riconosce a Monza una centralità già avuta nei tempi passati ma mai cessata del tutto e tenuta ben presente dall'attuale amministrazione: dalla politica dei trasporti al collegamento a rete delle biblioteche, alle iniziative perseguite di concerto con gli altri sindaci.

Poi, altrettanto naturalmente, il sindaco ha affrontato il “caso” dei due assessori di Insieme per Monza dimissionari: Giampietro Mosca, assessore all'Ecologia ed al Parco, e Marco Longoni, assessore alla Mobilità, e innanzi tutto ne ha fatto un elogio non formale per l'attività svolta.
Quanto all'accordo di programma relativo agli insediamenti al Rondò dei Pini, famoso o famigerato a seconda dei punti di vista, ha rivendicato alla sua amministrazione il merito di avere completamente ridimensionato l'intervento con l'eliminazione del mastodontico nuovo tribunale (che rimarrà nella sua sede storica in centro alla città, come è giusto che sia, integrata da altri fabbricati che verranno acquisiti e restaurati), con la riduzione da undici a cinque piani del fabbricato servizi e la riduzione di 5000 metri quadrati dell'area destinata alla grande distribuzione.
Se vogliamo essere esatti bisogna precisare che la riduzione di altezza del fabbricato servizi non deriva da un accordo ma da una prescrizione del maggio 2002 della commissione edilizia, ancora all'epoca della giunta Colombo, e che non è acquisita in via definitiva in quanto il privato non ha rinunciato al ricorso presentato al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). Quanto alla diversa destinazione dei 5000 metri quadrati commerciali, anch'essa non risulta codificata da un accordo.

La seconda parte dell'intervento del sindaco relativa all'insediamento al Rondò dei Pini è stata una difesa con toni quasi lirici di quanto previsto dall'accordo: dalla nuova Fiera di Monza che potrà trovar posto nell'area dell'ex caserma IV Novembre (dove era previsto il Tribunale) allo stesso insediamento commerciale che, ridimensionato come già indicato, sarà utile e non dannoso, all'albergo di 100 posti letto quasi indispensabile ed ottimo in quella localizzazione, agli spazi per uffici utilissimi con la nuova funzione di Monza capoluogo e anch'essi in particolare in quella posizione, proiettata verso la Brianza, alla nuova caserma della Guardia di Finanza assolutamente necessaria, al nuovo Ufficio Unico delle Imposte, altrettanto necessario, agli oneri di urbanizzazione a carico dei privati (quasi 5 milioni di euro) che rappresentano una manna.
Insomma: bravo Colombo.

Da questa esposizione è risultato chiaro ed evidente il contrasto di fondo con le posizioni di Insieme per Monza: l'opzione zero, cioè l'annullamento tout court dell'accordo di programma come IxM avrebbe voluto (pur essendo disponibile ad altre soluzioni) è stata ritenuta non soltanto non fattibile ma addirittura controproducente. E' grave che l'amministrazione, dalla posizione di relativa forza in cui si trovava, non sia riuscita ad ottenere, prima del rilascio del permesso di costruire, il recesso del privato dal ricorso al TAR, condizione che avrebbe dovuto essere irrinunciabile per non rimanere con la spada di Damocle del ritorno agli undici piani iniziali, visibili addirittura dalla Villa Reale.

Franco Isman


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  10 settembre 2004